PH-015-CUT
Sheep under a tree
for Spazio CUT
Number | 015 |
Typology | Photography |
Location | Bozen |
Client | Spazio CUT |
Project | Sheep under a tree |
Year | 2021 |
Program | Gallery |
Team | Leonardo Cuccia |
Status | Commission |
sheep under a tree ripercorre il processo di domesticazione della natura da parte dell’uomo mettendo in relazione opere della designer e artista Theresa Bader, sviluppate da una ricerca sulla produzione della lana in Alto Adige, a una selezione di opere dell’artista Tobias Tavella. Le opere di feltro prodotte da Theresa Bader hanno un’impronta ecologica per il riutilizzo della lana scartata, assumendo una posizione critica nei confronti dello spreco delle risorse nella produzione industriale. La designer e artista ne individua infatti i punti deboli configurando la sua produzione partendo dalla scelta del materiale dalla sua origine e riprendendo tecniche di lavorazione tradizionali come la tintura con pigmenti naturali e l’infeltrimento manuale. I lavori presentano pattern ispirati dalle forme naturali formatesi nelle pareti rocciose delle montagne che si fondono con le imperfezioni della lana grezza. Gli oggetti che Bader crea sono pensati per entrare a far parte del quotidiano, portando con sè la memoria della sua ricerca e la sua elaborazione critica. In maniera più esplicita, con le opere di feltro a muro della serie Me/at (2020), la designer e artista ci confronta con la carnalità del corpo dell’essere animale attraverso una mimesi di natura visuale. L’opera di Tobias Tavella comprende sculture composte da readymade naturali così come oggetti artificiali, spesso risultanti in assemblaggi che fondono l’arcaico con il tecnologico, in una continua sperimentazione scultorea che ha come oggetto della sua indagine le forme della natura e quelle della modernità. Nella serie di opere a parete Rhizom-Alphabet (2017) l'artista utilizza l'elettricità per bruciare nel legno delle forme che rivelano delle strutture rizomatiche. Questi marchi sono delle forme frattali che si formano quando una scarica elettrica ad alta tensione attraversa un materiale isolante. Vengono chiamate figure di Lichtenberg, dal nome del fisico tedesco Georg Christoph Lichtenberg che le scoprì e studiò alla fine del ‘700, ponendo i fondamenti per la ricerca nella fisica moderna del plasma. Un altro elemento chiave della ricerca di Tavella è il tempo. Se in opere come Fossils (2021) il processo di fossilizzazione può essere inteso come un atto scultoreo che si sviluppa attraverso milioni di anni, nell’opera Ikarus (2021) l’artista riflette sulla precarietà della natura, alludendo alla fragilità dell’essere umano.Le pratiche dei due artisti si abbracciano nella scultura Shopping Cart With Wool (2021), nella quale un carrello della spesa modificato da Tavella con un neon al posto del manico, viene riempito con la lana grezza utilizzata dalla Bader per le opere di feltro. In questo dialogo, il carrello diventa uno scheletro postmoderno che assume un aspetto primitivo e zoomorfo attraverso la lana e al contempo uno artificiale con il neon. Questo genera una contrapposizione che rivela un’incopatibilità degli elementi, auspicando il ritorno a un consumo consapevole, per una coesione sostenibile tra uomo e natura.
Text by Maximilian Pellizzari
PH-015-CUT
Sheep under a tree
for Spazio CUT
Number | 015 |
Typology | Photography |
Location | Bozen |
Client | Spazio CUT |
Project | Sheep under a tree |
Year | 2021 |
Program | Gallery |
Team | Leonardo Cuccia |
Status | Commission |
sheep under a tree ripercorre il processo di domesticazione della natura da parte dell’uomo mettendo in relazione opere della designer e artista Theresa Bader, sviluppate da una ricerca sulla produzione della lana in Alto Adige, a una selezione di opere dell’artista Tobias Tavella. Le opere di feltro prodotte da Theresa Bader hanno un’impronta ecologica per il riutilizzo della lana scartata, assumendo una posizione critica nei confronti dello spreco delle risorse nella produzione industriale. La designer e artista ne individua infatti i punti deboli configurando la sua produzione partendo dalla scelta del materiale dalla sua origine e riprendendo tecniche di lavorazione tradizionali come la tintura con pigmenti naturali e l’infeltrimento manuale. I lavori presentano pattern ispirati dalle forme naturali formatesi nelle pareti rocciose delle montagne che si fondono con le imperfezioni della lana grezza. Gli oggetti che Bader crea sono pensati per entrare a far parte del quotidiano, portando con sè la memoria della sua ricerca e la sua elaborazione critica. In maniera più esplicita, con le opere di feltro a muro della serie Me/at (2020), la designer e artista ci confronta con la carnalità del corpo dell’essere animale attraverso una mimesi di natura visuale. L’opera di Tobias Tavella comprende sculture composte da readymade naturali così come oggetti artificiali, spesso risultanti in assemblaggi che fondono l’arcaico con il tecnologico, in una continua sperimentazione scultorea che ha come oggetto della sua indagine le forme della natura e quelle della modernità. Nella serie di opere a parete Rhizom-Alphabet (2017) l'artista utilizza l'elettricità per bruciare nel legno delle forme che rivelano delle strutture rizomatiche. Questi marchi sono delle forme frattali che si formano quando una scarica elettrica ad alta tensione attraversa un materiale isolante. Vengono chiamate figure di Lichtenberg, dal nome del fisico tedesco Georg Christoph Lichtenberg che le scoprì e studiò alla fine del ‘700, ponendo i fondamenti per la ricerca nella fisica moderna del plasma. Un altro elemento chiave della ricerca di Tavella è il tempo. Se in opere come Fossils (2021) il processo di fossilizzazione può essere inteso come un atto scultoreo che si sviluppa attraverso milioni di anni, nell’opera Ikarus (2021) l’artista riflette sulla precarietà della natura, alludendo alla fragilità dell’essere umano.Le pratiche dei due artisti si abbracciano nella scultura Shopping Cart With Wool (2021), nella quale un carrello della spesa modificato da Tavella con un neon al posto del manico, viene riempito con la lana grezza utilizzata dalla Bader per le opere di feltro. In questo dialogo, il carrello diventa uno scheletro postmoderno che assume un aspetto primitivo e zoomorfo attraverso la lana e al contempo uno artificiale con il neon. Questo genera una contrapposizione che rivela un’incopatibilità degli elementi, auspicando il ritorno a un consumo consapevole, per una coesione sostenibile tra uomo e natura.
Text by Maximilian Pellizzari